Novità in Oncologia: Terapia mirata & Immunoterapia

 

I tradizionali pilastri del trattamento del cancro sono tre: chirurgia, radioterapia e trattamenti farmacologici. Questi ultimi, per decenni, sono stati rappresentati dalla chemioterapia e, solo in alcune specifiche patologie, dai trattamenti ormonali. Oggi, i trattamenti farmacologici anti-tumorali si sono arricchiti di nuove importanti categorie: i farmaci a bersaglio molecolare e, ultimissimi arrivati, i farmaci cosiddetti «immuno-target», ovvero diretti a potenziare la risposta immunitaria contro i tumori. L’idea alla base di quest’ultimo approccio in sé non è nuova: fin dagli inizi del Novecento è stato ipotizzato che il sistema immunitario fosse in grado, da solo o stimolato e aiutato in varia maniera, di combattere il cancro, proprio come fa normalmente contro virus, batteri e patologie di diversa natura. Solo negli ultimi dieci anni, però, teorie e ricerche hanno avuto una svolta concreta che ha portato a realizzare dei farmaci già testati su migliaia di pazienti.

L’immunoterapia è al centro dell’attenzione di clinici e ricercatori e i risultati ottenuti con il suo utilizzo sono sempre più numerosi, come dimostrano molti studi presentati al congresso della Società Americana di Oncologia (Asco) appena conclusosi a Chicago.

Alcuni di questi farmaci sono ormai giunti alle ultime fasi di sperimentazione e appaiono promettenti contro diverse forme di tumore (polmone, prostata, rene, stomaco, testa e collo), ma uno solo, per ora, è già approvato e comunemente in uso contro il melanoma, il più letale tumore della pelle. Altri saranno probabilmente disponibili per la pratica clinica nel prossimo futuro.

I nuovi farmaci immunoterapici agiscono interferendo con alcuni «segnali» grazie ai quali le cellule tumorali «bloccano» la risposta da parte del nostro sistema immunitario: i medicinali, quindi, hanno l’effetto di «attivare» la risposta immunitaria anti-tumorale. La scommessa principale sarà quella di ottimizzare l’impiego di questa cura, identificando prima del trattamento i pazienti che ne trarranno beneficio e studiando il miglior modo di combinare queste terapie con quelle già esistenti.

Tra i risultati presentati all’ASCO, poi, confermando la tendenza degli ultimi anni, sono sempre più numerosi i dati ottenuti in numerosi tumori solidi con l’impiego dei cosiddetti «farmaci a bersaglio molecolare», ovvero diretti contro specifici bersagli genetici alterati nelle cellule tumorali rispetto a quelle sane. ( Tratto da Fondazione Veronesi )

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