Neurologia Newsletter
Il sonno prolungato può predire il rischio di demenza nell’arco di 10 anni
La durata auto-riferita del sonno può rappresentare un utile strumento clinico per aiutare a prevedere le persone a rischio di progressione verso la demenza clinica entro 10 anni. Secondo i ricercat …
Correlazione tra malattie autoimmuni e rischio di demenza
Uno studio a lungo termine, di ampie dimensioni, ha mostrato che le malattie autoimmuni possono essere collegate a un elevato rischio di demenza. Tuttavia, sebbene significativa, l’entità dell’assoc …
La ripresa della terapia anticoagulante orale dopo emorragia intracerebrale è associata a diminuzione della mortalità e a un esito funzionale favorevole
Il riavvio della terapia anticoagulante orale dopo emorragia intracerebrale ( ICH ) è associato a esiti favorevoli. E’ stata condotta una meta-analisi di 3 studi riguardanti l’emorragia intracerebr …
Malattia di Parkinson
SV2C modula il rilascio di dopamina e risulta alterata nella malattia di Parkinson
I membri della famiglia SV2 ( synaptic vesicle glycoprotein 2 ) sono coinvolti nella funzione sinaptica a livello cerebrale. SV2A, che è espressa ubiquitariamente, è stata ampiamente coinvolta nel …
Sclerosi multipla
Confronto con Avonex: Ozanimod, un inibitore orale della sfingosina, riduce il tasso di recidiva annualizzato nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente
Nello studio SUNBEAM condotto in pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente, Ozanimod per os ha raggiunto l’endpoint primario di efficacia, rappresentato dal tasso di recidiva annualizzata …
Malattia di Parkinson in fase avanzata
Approcci con farmaci non-orali per la gestione di questioni clinicamente rilevanti ancora in sospeso nella malattia di Parkinson: Consenso da una indagine internazionale
1. Introduzione
La malattia di Parkinson ( PD ) è caratterizzata da sintomi motori, quali bradicinesia, rigidità, tremore e instabilità posturale. Nelle sue prime fasi, il trattamento con terapie dopaminergiche orali è di solito efficace; tuttavia, quando la malattia motoria progredisce, queste terapie non forniscono più adeguato controllo dei sintomi, che vanno da fluttuazioni motorie e non-motorie a discinesie.
In questa fase, è importante assicurare un tempestivo invio dei pazienti a uno specialista dei disturbi del movimento prima del deterioramento della qualità di vita ( QoL ) e dello sviluppo di complicanze della malattia in progressione. Può essere opportuno prendere in considerazione trattamenti con dispositivo quando le fluttuazioni motorie diventano refrattarie ad aggiustamenti dei farmaci orali / transdermici, e quando questi aggiustamenti sono tipicamente complicati dalla insorgenza ( o dal peggioramento ) della discinesia. ( CONTINUA )
Le statine possono ridurre il rischio di sviluppare malattia di Alzheimer ?Le statine sono farmaci noti per la loro capacità di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, contribuendo a ridurre…
Uno studio clinico di fase II ha mostrato che il trattamento con alte dosi dell’inibitore dell’acetilcolinesterasi Rivastigmina ( Exelon )… Clopidogrel può non ridurre il rischio di ictus nei portatori di alleli con perdita-di-funzione di CYP2C19E’ stato scoperto che nei pazienti che hanno sofferto di un ictus minore o attacco ischemico transitorio ( TIA ),… |